domenica 26 ottobre 2008

RECENSIONE di Antonella Santarelli

Con molta curiosità ho letto il romanzo di Ugo Amati, dopo avere apprezzato moltissimo dello stesso autore Buio a Stromboli (Ugo Amati, Tabula Fati, 2007). In Affinità Assassine penso che venga fuori l’anima del terapeuta che analizza pulsioni e stati d’animo. E’ un romanzo la cui lettura necessita di decantazione: forse, perché non si è abituati ad avere come protagonisti non i soggetti e le loro azioni, quanto le riflessioni che uno di essi tira fuori su di sè, sugli altri e sul fatto che li unisce.
Un fattaccio, l’omicidio di un uomo che viene strangolato, sul cui palcoscenico ora appare il presunto omicida, amante della moglie, ora la donna e, forse, il secondo amante della stessa.
Forse, perché tutto si sviluppa attraverso l’analisi, profonda e controversa, condotta sulla vicenda dal primo attore, l’io narrante della storia.
Non valgono tanto i fatti, quanto la percezione che ognuno ha di essi. La realtà si presenta soggettiva, mai definita, modellabile sulle letture, alcune più chiare, altre sfuggenti, che emergono dalle ricostruzioni successive, quasi a tappe, che l’io narrante sviluppa. La sua posizione si fa, pertanto, sempre più chiara, aprendo la porta alla possibile soluzione del caso, quella degli altri rimane sul vago e sul non definito. La figura della donna, moglie dell’uomo ucciso, amante dei due probabili assassini, è un buco nero nella conoscenza di chi narra e tale si presenta nella trama del racconto: è lei la chiave di lettura dell’intera vicenda? La soluzione di questo giallo molto particolare è ancora lontana.

http://forummediterraneoforpeace.it.forumfree.net/?t=33550407