mercoledì 18 febbraio 2009

RECENSIONE di Gian Paolo Grattarola (Mangialibri)

Luca è uno sceneggiatore cinematografico, un uomo di cultura ma senza notorietà. Divorziato da alcuni anni, s’innamora di Teodora de Fonseca, una delle più affascinanti esponenti dell’alta società romana, dopo averla conosciuta a un ricevimento serale. La donna è coniugata con Giorgio Luciani, un maturo e ricco uomo di affari, ed è madre di due figli. Ma questo non la esime dall’avviare una relazione clandestina con Luca, fino al giorno in cui il marito viene strangolato all’interno della villa dove i due risiedono. Dopo aver invano sondato piste correlate alle attività economiche del marito, gli inquirenti optano per l’ipotesi del delitto passionale, ma non riuscendo a trovare nemmeno qui indizi interessanti. Pur ritenendosi innocenti, i due amanti si vedono costretti ad interrompere le proprie frequentazioni. A mano a mano che i giorni passano, le riflessioni scavano nell’animo del protagonista profonde scaglie di insicurezza, mentre i ricordi stendono un pesante velo d’ombra anche sulla figura di Teodora. E mentre le indagini brancolano nel buio le intuizioni di Luca percorrono la sua immaginazione, risultando non meno devastanti della verità…E’ un titolo, quello che spicca sulla copertina dell’ultima fatica letteraria di Ugo Amati, generico quanto basta. Eppure esso da già il segno della novità dell’operazione nell’arcipelago della letteratura giallistica. Dal risvolto di copertina scopriamo infatti un particolare non irrilevante: l’autore è uno psichiatra e psicanalista lacaniano. Date le premesse, come si potrà facilmente intuire, il lettore non si aspetti dunque un intreccio, uno sviluppo, una conclusione; le evocazioni descritte non concedono mai spazio all’azione, ma all’esplorazione dei labirinti della psiche umana, alle suggestioni senza tempo al bivio tra immaginazione o rimando. Tutto si muove in un limbo buio di angosciato confronto con affinità assassine supposte e al tempo stesso negate, dove la realtà perde ogni sua connotazione. Il finale di questo insolito romanzo nel segno dell’originalità stilistico-espressiva tipica del thriller psicologico - un genere da noi ancora poco diffuso - è dunque privo di una vera cesura conclusiva: non rivela tutte le risposte, ma nasconde quelle che contano, lasciando che il lettore immagini lui stesso, se vuole, un finale consono alla storia.

http://www.mangialibri.com/node/3771