sabato 27 febbraio 2016

Novità: QUANDO IL SOLE SPLENDEVA SULLA SOMALIA di Maryam Maio e Rita Corradi (Edizioni Solfanelli)

     La protagonista Maryam ripercorre i primi trent’anni della sua vita, dalla dorata infanzia nella grande casa di Mogadiscio e dalla spensierata gioventù fatta di studio, lavoro ma anche di feste e corse in moto, fino alla fuga dalla sanguinosa guerra civile che sarebbe durata più di un ventennio.
     All’esplosione del conflitto, Maryam lavorava in un’importante impresa italiana, successivamente occupata dai capi dei ribelli (diventati poi i Signori della Guerra) che ne fecero il loro quartier generale. Bloccata nel proprio ufficio, con l’atroce incognita di non sapere nulla sulla sorte del marito e della figlia di un anno lasciata a casa con la tata, firma un accordo con i comandanti per la propria incolumità, in quanto unica responsabile dei contatti radio con l’esterno.
     Questo romanzo non è solo un doloroso diario di guerra, ma il compendio di una esistenza straordinaria nella quale dramma e gioia di vivere si alternano a momenti di pura spiritualità. Quella raccontata è anche la storia di una Somalia in cui le ragazze prendevano il sole in bikini e si divertivano con i ragazzi nella sfrenata movida di Mogadiscio, una Somalia in cui si parlava italiano e si sperava in un futuro migliore, non certo quello di una terra a cui si pensa oggi come sinistrata e pericolosa.


Maryam Maio e Rita Corradi
QUANDO IL SOLE SPLENDEVA SULLA SOMALIA
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-942-4]
Pagg. 288 - Euro 20,00

http://www.edizionisolfanelli.it/quandoilsolesplendeva.htm




giovedì 14 gennaio 2016

Novità: LA PASQUA BASSA di Antonio Del Giudice

     Costretto per gioco a racchiudere in una sola parola, in un unico lemma, il senso e il fascino di questa Pasqua bassa non esiterei un istante a ricorrere all’aggettivo “innocente”.
     Innocente infatti è la trama; innocente è la lingua usata per dipanarne il filo; innocenti sono i personaggi e l’ambiente nel quale si muovono; innocente infine è l’autore che, alieno da malizie e artifici, sembra aver fatto della trasparenza la sua ragione estetica.
     Limpida e struggente soprattutto l’immagine del vecchio contadino con il figlio morto sulle ginocchia al centro di una radura deserta.
     Non contenesse che questo solo capitolo, questa sola immagine, La Pasqua bassa sarebbe un libro assolutamente da leggere.

Ermanno Rea





Antonio Del Giudice
LA PASQUA BASSA
In copertina scultura di Sebastiano A. de Laurentiis
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-941-7]
Pagg. 168 - € 13,00

http://www.edizionisolfanelli.it/lapasquabassa.htm



domenica 2 marzo 2014

UN ANGOLO DI PURGATORIO, il romanzo di Giuseppe Magnarapa ispirato ai "fatti di Cogne".

Premessa

Prima che eventuali lettori decidano di esplorare il mio Un angolo di Purgatorio, lasciatemi chiarire un paio di cose.
Se, com’è inequivocabile, questo romanzo si ispira al caso di Cogne, non per questo si propone di darne spiegazione.
Accade spesso che i romanzi si ispirino a fatti realmente accaduti, soprattutto quando è controverso il modo in cui essi si sono svolti, ma lo scrittore che li esplora attraverso l’ottica della sua immaginazione non pretende di dar loro chiarimento: li trasfigura semplicemente, attraverso una narrazione che scaturisce dal confronto tra il suo mondo interiore e le riflessioni evocate dall’evento. E poiché è innegabile che i fatti di Cogne abbiano rappresentato una fonte inesauribile di stimoli intellettivi ed emotivi, ne deriva che ciascuno di noi ha reagito secondo il suo stile, in base, cioè, al modello di funzionamento della propria struttura psichica. Alcuni, cercando di capire attraverso i pareri degli esperti e i reportage dei giornalisti, oppure parlandone più volte con amici e conoscenti; altri, come me, con un bisogno irrefrenabile di prendere carta e penna e mettersi a scrivere.
Sono uno psichiatra, in fondo e, come se non bastasse, anche uno scrittore dilettante. Ho seguito con attenzione i pareri dei colleghi sul caso di Cogne e più ne ascoltavo, più mi convincevo che la nostra scienza non è in grado di fornirne soluzioni adeguate, così come quella investigativa si è rivelata incapace di scovare la scucitura segreta che rivelasse l’identità dell’assassino, il che avviene, purtroppo quasi sempre, solo nei romanzi.
La morte violenta del piccolo Samuele ha infatti rappresentato una svolta storica nella storia della criminologia; per la prima volta, su un caso di omicidio apparentemente semplice e in cui la madre era l’unica indiziata alternativa allo sconosciuto Uomo Nero, si sono concentrate in modo martellante le attenzioni dei mezzi di comunicazione di massa. Per la prima volta, a fronte dell’involontaria manomissione iniziale della scena del crimine, si è tentato in modo ossessivo di sopperire con le spiegazioni psichiatriche all’incertezza e alla confusione degli indizi disponibili, ragionando sull’ipotetica psicopatologia del responsabile prima che questo fosse identificato, per delineare un profilo arbitrario la cui attendibilità non è mai stata confermata, neppure dopo che la presunta assassina è stata processata e condannata sia in Assise che in Appello.
Ce n’era abbastanza, insomma, per mettere in moto non soltanto i meccanismi della logica razionale, ma anche e soprattutto quelli emozionali e immaginativi che, a differenza dei primi, sono strettamente privati e individuali, proprio in quanto legati alle irripetibili esperienze di vita di ciascuno di noi. Come è possibile, allora, ripercorrere le vicende personali che supponiamo possano aver trasformato una persona psichicamente equilibrata in un’assassina, senza ricorrere a quella fantasia che, giorno per giorno, ci aiuta a dare un senso alle nostre esperienze?
Per gli psichiatri, i principali sistemi diagnostici sono l’osservazione del comportamento e il contatto verbale col paziente, ma sia l’uno che l’altro sono incompleti e fallaci. Il primo perché, il più delle volte, il comportamento viene riferito da terze persone e dunque filtrato attraverso l’ottica e l’esperienza dell’osservatore diretto; il secondo perché il paziente può deliberatamente omettere informazioni importanti su di sé, oppure aver perso la memoria e la consapevolezza di esperienze emotivamente incisive di cui sia lui che lo psichiatra non verranno mai a conoscenza.
Il caso di Cogne ha rappresentato, dunque, per la genesi di questo romanzo, soltanto uno stimolo esterno scatenante, che nulla ha a che vedere con le vicende dell’immaginaria protagonista se non la circostanza storica, lineare e agghiacciante, di un ipotetico infanticidio, il reato di sangue che più di ogni altro evoca una perentoria esigenza di giustizia.
Il meccanismo narrativo consente la ricostruzione di un percorso psichico individuale, immaginario ma non arbitrario, che attraverso eventi rimasti sepolti nel passato della protagonista e inaccessibili alla sua memoria, o comunque omessi perché ritenuti ininfluenti o non collegati, tenta di fornire al lettore una vaga idea di come, se non di perché, una persona da tutti giudicata normale potrebbe arrivare a commettere l’inconcepibile.
La verità giudiziaria ci consente oggi di affermare che la mamma di Cogne ha ucciso la sua creatura, ma se così è stato sono convinto che nessuno, nemmeno lei stessa, sia in grado di capirne la ragione, e questo contrasta in modo netto col nostro bisogno primario di causalità. Un angolo di Purgatorio è, forse, il tentativo di assecondare questa esigenza facendo ricorso alla fiction, laddove gli strumenti razionali della ricostruzione logica e storica si rivelano, purtroppo, inadeguati.


Giuseppe Magnarapa
UN ANGOLO DI PURGATORIO
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-829-8]
Pagg. 320 - € 20,00

http://www.edizionisolfanelli.it/unangolodipurgatorio.htm


lunedì 18 marzo 2013

Recensione di Roberto Dal Bosco a UN TRENO NELLA NOTTE FILOSOFANTE di Piero Vassallo


Quello che è successo al pensiero del XX secolo è mostruoso, a tratti quasi irreferibile.
La dissoluzione e la decadenza si sono impossessate anche della filosofia, contaminandola scientemente con il fine di bacare la mente del mondo, di avvelenare i pozzi a cui la politica e la civiltà devono abbeverarsi. Il risultato, ahimè, è sotto gli occhi di tutti.
Come questo sia avvenuto è davvero difficile da illustrare. Più che un saggio di filosofia, serve un espediente estetico, serve il potere chiarificatore della fiction. Perché le tenebre sono talmente fitte che solo con gli inventi del poeta si può tentare di trovare un senso generale alla catastrofe continuata.
È per questo che chiunque voglia farsi un’idea a quel che è successo alla Cultura italiana del Novecento dal dopoguerra ad oggi dovrebbe passare per la lettura dell’agile romanzo breve orora pubblicato da Solfanelli Un treno nella notte filosofante, di Edoardo Allori, pseudonimo del più grande filosofo cattolico vivente. Un breve racconto che ambienta in colori kafkiani densissime conversazione filosofiche.
Perché la forma narrativa atta a descrivere la disintegrazione socioculturale che viviamo - e che, ci dice il protagonista, è partita da lontano, almeno dal Seicento - assomiglia molto a certi incubi: insensati, paurosi, teatri della nostra impotenza. Viene da pensare all’incipit di un grande, enigmatico film di Ingmar Bergman, Il Silenzio. Un viaggio in treno per un paese sconosciuto, lo spettacolo assurdo della realtà che muta fuori dai finestrini. Città, pioggia, file di carroarmati...
Anche nel libro c’è un treno da prendere, un treno che però non ci porta più a destinazione... il treno viene bloccato a metà del percorso, e dobbiamo smontare perché giovani facinorosi urlano all’emergenza, e ci spingono per indottrinarci a teorie folli e omicide, nel trionfo della decomposizione delle idee, nel sincretismo dello sfascio totale.
La metafora ferroviario-filosofica è puntuale e calzante come poco altro.
La cultura odierna è oramai un mortifero spettacolo bifronte: dal palco, ci narcotizza con idee blasfeme ed assassine. Nel retropalco - e questo è uno dei punti salienti del racconto - vi sono editori che, tra filosofi ed intellettualoidi adoranti, compiono cerimonie di sacrificio umano nel nome dei demòni, sgozzando i loro stessi poveri adepti.
Capiamo quindi che quelli che stiamo vivendo non sono tempi comuni. Il creatore ci ha immessi in un’epoca dove l’umanità desidera estinguere se stessa, e questo è un mistero che va affrontato.
Metabolizzare tutto questo è quasi impossibile, se non si ha la Fede. La Fede che scaccia l’incubo, e riporta sulle cose il chiarore salvifico del Logos.
La Fede che ci porta alla destinazione finale, il Cielo.
Al di là del tremendo messaggio filosofico, il libro va letto come stupendo memoriale di un secolo di vita culturale italica. In ispecie per chiunque si interessi di Cultura di destra, vi troverà gustosi e illuminanti racconti di sessanta anni di storia filosofica ed umana. Nelle memorie del protagonista quando si parla del “bunker”, si fa riferimento all’oramai lontanissimo nella memoria Movimento Sociale Italiano.
Sono irresistibili le pagine in cui si tratta del «Barone nero, il viaggiatore dadaista la cui audacia ha superato l’idealismo». «Il barone seguiva un ideale guerriero, Guénon pensava (cito a memoria) che la realizzazione consistesse in un perfetto equilibrio tra gli aspetti maschile e femminile, attivo e passivo, tra lo yang e lo yin. Sosteneva che non per nulla lo stato primordiale è simboleggiato dall’androgino. Il barone, nonostante tutto, era contrario alla transessualità. E questo spiega perché la potente editoria iniziatica, ella certamente capisce a quale genere di iniziazione alludo, ha imposto Guénon sul mercato librario ma ha ostacolato la diffusione delle opere del barone». L’analisi della fallacia del pensiero di questo barone è spietata soprattutto con il suo maestro: «Guénon parla di principio illimitato, e per illimitato intende incondizionato dalle determinazioni primordiali, come essenza, sostanza, essere. Nel principio superiore, Guénon, contempla ciò che si oppone all’essere. Il divino, nella sua opera, coincide perfettamente con Shiva, il potere della distruzione, la fomite dell’antivita».
Il lettore avrà capito che il «Barone nero» è in realtà  barone Giulio Cesare Andrea Evola, detto Julius per meriti letterari. il protagonista ricorda di quando da giovane viene ammesso, con una torma di amici entusiasti che piombano a Roma senza dormire per l’eccitazione, al cospetto del barone, che li accoglie nel suo attico umbertino con una impietrita marzialità che riesce ad emanare perfino in sedia a rotelle: «Un mito romano. Alle pareti corde, piccozze e lo stemma del club alpino. Quadri futuristi e dadaisti. La governante ci precedette attraverso una sala ingombrata da scaffali carichi di libri e di polvere (...) Sulla vecchia scrivania quaderni, riviste, e la Reminghton a doppia tastiera, prezioso pezzo di modernariato (...) Due savonarole scomodissime, un’insidiosa poltrona da sonno. Si capiva che la camera era luogo di sedute filosofanti. Alle pareti ritratti di una donna in varie posizioni (...) Una tradizionalista brasiliana dotata di magici poteri. Il nostro amico romano ci aveva avvisato: il maestro usava quella poltrona per mettere i suoi ospiti incauti alla prova del sonno. Sedemmo. Seguì un silenzio duro e spietato. Michele, sulla poltrona, incominciò a soffrire. Il lieve strabismo del barone ci irretiva. Quando fu servita una bevanda al tamarindo il barone incominciò a deplorare l’alto prezzo della carne e a suggerire improbabili picchetti reazionari davanti alle macellerie (...) Dopo che dalla funivia del Monte Rosa un evolomane troppo serioso fece getto delle ceneri del barone, si seppe che egli apparteneva all’esercito dei morti di fame e che la padrona di casa, una matura gentildonna appassionata di tantrismo teorico, ometteva di riscuotere l’affitto». E via così con altre indomabili invettive autobiografiche.
La scrittura è elegante e lucidissima tanto che tutto il libello può essere letto in filigrana come una raccolta di aforismi fulminanti.
Sono sante parole quelle sul gobbo di Recanati: «La sua poesia esprime magnificamente l’odio gnostico contro la vita (...) Una buona scuola dovrebbe educare la gioventù al disprezzo verso Leopardi».
Sono precise, e attualissime, quelle sulla civiltà germanica: «Secondo me il tono fondamentale della cultura tedesca è il sacro lutto. E l’Eros greco è soltanto una maschera funeraria (...) Io ritengo che l’opposizione tedesca alla romanità sia una figura della guerra alla vita. Il mondo romano si esprime attraverso la solarità di San Tommaso e di Giotto. L’universo
germanico ha partorito i pensieri notturni di Lutero, Böhme, Hölderlin».
I tedeschi vivono una catastrofe storica e meta-storica che ha infettato il mondo intero: per i germanici  la guerra, purtroppo, fu «perduta dall'esercito, non dal cattivo genio della Germania. Il loro stemma è la morte: faranno cadere tutte le illusioni illuministiche. Nel 1934 il vescovo di Colonia ha fatto pubblicare un libro nero, che documenta, con rigore, che le fonti della filosofia
nazista si trovano nella gnosi massonica e nella teosofia dell’India. Le parole di san Gregorio Magno sono sempre attuali: Gog iste Gothus est quem iam videmus exisse de quo promittitur nobis victoria. La guerra riprenderà dopo la fine della Germania nazista. Hitler sta facendo bruciare la parte migliore della gioventù tedesca nella fornace. Quando questa Germania sarà consumata si faranno avanti gli intellettuali, i senza principi, i figli dell’ignavia, quelli che il pesante gergo delle caserme definisce vaselina. La Germania diventerà la capitale della perversione. Sono loro i futuri interpreti del demone giovane di cui ho parlato. Quel giorno la lotta sarà disperata, perché tutti crederanno nella fine del male». Parole profetiche. La scuola di Francoforte, Daniel Cohn-Benedict, Angela Merkel sono il frutto inferiore di milioni di buoni tedeschi sacrificati al nulla. Un frutto che nessuno dovrebbe assaggiare, ma che viene distribuito all’Europa tramite Bruxelles e dai supermercati della grande distribuzione culturale. Buffa eterogenesi dei fini: come da sogno hitleriano, comanda sempre la Germania, ma è una Germania di una razza infima.
L’autore lancia generoso miriadi di altre fulminazioni. Marcione, Heidegger, Frank, Spinoza, Buber, Simone Weil, Benjamin, Scholem, Taubes, Mircea Eliade, Chatwin, Bakunin, Wagner, Bataille. E poi ancora: Wilhelm Reich, Pol-pot, Ernest Jünger...
I più svergognati sono i nostri coevi conterranei, ammantati con nomi di fantasia
Possiamo dare al lettore dei ragguagli: Chiappallarghi potrebbe essere un cattedratico del gruppo De Benedetti condannato per plagio. Il professor Zulo, con probabilità così chiamato per meriti deretanici, è un celebrato estorista. Alain Depastera è un neodestro neopagano. Elio Vaselinas è un articolista di un giornale berlusconianp. Idro Lapo Ceneretti è un autore adephiano homeless-chic.
C’è anche la politica. C’è, ad esempio, Walter Meltroni. C’è il “costruttore d’Affori”, che è Silvio Berlusconi. Mario Collinari (stramba ma densa condensazione anche di Colli-Montinari...), «l’economista ineconomico»,  «l’arnese di Giorgio Salernitano» è con grande probabilità l’orrido ex-premier imposto a questo paese da quello che il libro chiama «culocrazia».
Rosati è il famoso editore di libri a tinte pastello da cui trasudano voglie di cerimonie assassine, che - pare suggerirci il libro - queste liturgie di sangue le vive in prima persona.
Una menzione speciale va dedicata alle pagine in cui si rievocano - tra la tragedia e la poesia esistenziale più sublime - anni pubescenti sconvolti dal sangue delle vendette partigiane. Il prete  di cui si narra è Monsignor Boldrini, intrepido direttore di Renovatio.
Allori è un uomo che non ha avuto paura di guardare negli occhi l’abisso di un secolo intero. Un uomo che, nell’annichilente sconquasso di cui è stato testimone, una certezza ce l’ha: «Io sono convinto che non riusciranno ad affondare la barca di Pietro. La Chiesa non va a fondo, neanche se i marinai fanno buchi nella chiglia (...) Il cardinale Ercole Consalvi ricordò a Napoleone che i preti ci provano da duemila anni ad affondare la barca di Pietro».
Come non cogliere: se a distruggere il Soglio non ci sono riusciti in due millenni i preti che ci stanno dentro, come posso riuscirci la tribù di intellettualoidi pagani che abbiamo innanzi negli ultimi cinquanta anni? Non c’è nemmeno bisogno della filosofia per capirlo: non prevalebunt.

Roberto Dal Bosco


Piero Vassallo
UN TRENO NELLA NOTTE FILOSOFANTE
Cronaca d’un viaggio tra incubo e teologia
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-811-3]
Pagg. 200 - € 15,00



mercoledì 16 gennaio 2013

Il nuovo libro di Carretta: Sherlock Holmes e il fuoco della Pernacchia

Letteratura e buon cibo: l'abbinamento cultural-gastronomico sarà riproposto questa sera da "La Taverna de li Caldora" di Carmine Cercone, a Pacentro, con la presentazione (ore 20.30) del libro di Paolo Carretta, "Sherlock Holmes e il fuoco della Pernacchia" (Solfanelli). Curioso intreccio alla base dell'opera dello scrittore sulmonese: tra un Abruzzo sconvolto dal terremoto del 1915 e la minaccia della Grande Guerra, insolite figure popolano il romanzo. Un omicidio è l'occasione per il ritorno di Sherlock Holmes e del fedelissimo Watson.



 Il Centro

giovedì 14 giugno 2012

Presentazione: NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE di Antonio Tenisci (Ortona - Sabato 16 Giugno - ore 18:30)


Sala Eden - Corso Garibaldi - ORTONA

Sabato 16 Giugno - ore 18:30


Presentazione del romanzo di Antonio Tenisci

NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE

(Edizioni Solfanelli)


Il volume sarà presentato da Marco Patricelli
storico della Seconda guerra mondiale

Coordinerà il prof. Francesco Sanvitale

Saranno presenti l'Autore e l'editore Marco Solfanelli

Interventi musicali del pianista Roberto Rupo

L'attore Carlo Mené leggerà alcune pagine del romanzo





Scheda del libro:
Ortona, inverno 1943.
Sullo sfondo di una città martoriata che urla il suo dolore ogni giorno più forte, l’amore tra due giovani riesce a tenere in vita le rispettive famiglie, alimentando così una speranza di libertà che sembra a tutti irrealizzabile. Intanto il destino gioca con gli eventi crudi della guerra, davanti al coraggio di un caporale canadese che spinge i suoi uomini a combattere in prima linea e all’inquietudine di un soldato tedesco che si scontra con le illusioni di gloria dei suoi camerati, smaniosi di ricacciare indietro l’avanzata delle truppe alleate.
Tra battaglie e macerie, le loro sorti si tesseranno con la storia, l’unica e sola che potrà, inevitabilmente, scriverne l’epilogo.
Ma la ferita ha lasciato il suo segno e non accenna ancora a rimarginarsi, forse perché a molti sconosciuta o peggio, dimenticata.

L'Autore:
Antonio Tenisci, classe 1968, vive a Ortona, in Abruzzo, dopo anni di lavoro tra Roma e Napoli. Sposato, con due figli, è consulente informatico.
Ha partecipato a diverse conferenze per importanti società informatiche e scritto su alcune riviste del settore. Alcuni dei suoi racconti sono stati pubblicati in raccolte di genere storico e fantasy. Un suo racconto è presente nell’antologia "365 racconti per la fine del mondo" (Delos Books, Milano 2012) a cura di Franco Forte.


Antonio Tenisci
NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE
Copertina di Vincenzo Bosica
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-761-1]
Pagg. 328 - € 22,00

http://www.edizionisolfanelli.it/nuvolerossesottoilmare.htm



lunedì 21 maggio 2012

Presentazione: NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE di Antonio Tenisci (Pescara, Mercoledì 23 Maggio 2012 - ore 18:30)


TRABOCCHI LIBRI & ROSE
Festival del libro e cultura del territorio

organizza

Mercoledì 23 Maggio 2012 - ore 18:30

nella Libreria Feltrinelli di Pescara


la presentazione del romanzo di Antonio Tenisci

NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE

(Edizioni Solfanelli)


Interverranno Arturo Bernava e Marco Tornar





Scheda del libro:
Ortona, inverno 1943.
Sullo sfondo di una città martoriata che urla il suo dolore ogni giorno più forte, l’amore tra due giovani riesce a tenere in vita le rispettive famiglie, alimentando così una speranza di libertà che sembra a tutti irrealizzabile. Intanto il destino gioca con gli eventi crudi della guerra, davanti al coraggio di un caporale canadese che spinge i suoi uomini a combattere in prima linea e all’inquietudine di un soldato tedesco che si scontra con le illusioni di gloria dei suoi camerati, smaniosi di ricacciare indietro l’avanzata delle truppe alleate.
Tra battaglie e macerie, le loro sorti si tesseranno con la storia, l’unica e sola che potrà, inevitabilmente, scriverne l’epilogo.
Ma la ferita ha lasciato il suo segno e non accenna ancora a rimarginarsi, forse perché a molti sconosciuta o peggio, dimenticata.

L'Autore:
Antonio Tenisci, classe 1968, vive a Ortona, in Abruzzo, dopo anni di lavoro tra Roma e Napoli. Sposato, con due figli, è consulente informatico.
Ha partecipato a diverse conferenze per importanti società informatiche e scritto su alcune riviste del settore. Alcuni dei suoi racconti sono stati pubblicati in raccolte di genere storico e fantasy. Un suo racconto è presente nell’antologia "365 racconti per la fine del mondo" (Delos Books, Milano 2012) a cura di Franco Forte.


Antonio Tenisci
NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE
Copertina di Vincenzo Bosica
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-761-1]
Pagg. 328 - € 22,00

http://www.edizionisolfanelli.it/nuvolerossesottoilmare.htm



Ulteriori info:
www.trabocchilibrierose.it
www.facebook.com/trabocchilibrierose

domenica 20 maggio 2012

Recensione di Renzo Montagnoli a NUVOLE ROSSO SOTTO IL MARE di Antonio Tenisci

Destini incrociati

“…David trovò riparo a ridosso dei carri. Ansimando, alzò lo sguardo sulle nubi che si muovevano minacciose verso la costa. La luce scarlatta del sole le illuminava, avvolgendole in una strana quiete.
Ai suoi occhi parevano osservare la città dall’alto, specchiandosi turbate sulla distesa d’acqua ancora calma, quasi desiderose di tuffar visi dentro pur di non assistere a quell’assurda follia. Speravano, forse, di affondare lentamente, simili a un immenso tappeto di nuvole rosse sotto il mare…


Ortona, piccola città in provincia di Chieti, è anche conosciuta come La Stalingrado d’Italia, perché, nel corso del secondo conflitto mondiale, essendo sita all’inizio della linea difensiva Gustav, fu ripetutamente bombardata, rasa quasi al suolo e divenne il teatro di una battaglia fra le truppe naziste e quelle alleate.
Antonio Tenisci, con questa sua opera prima Nuvole rosse sotto il mare, ha voluto rievocare il martirio di questa cittadina, con scrupolo e rigore storico, ma senza scrivere un saggio, bensì innestando sui fatti realmente accaduti le storie, di fantasia, di alcune persone, i cui destini finiranno per incrociarsi, per lo più in modo tragico.
Il tutto inizia dopo l’armistizio, nella notte fra il 9 e il 10 settembre, con la fuga della famiglia reale dei Savoia, che appunto a Ortona si imbarca su una nave militare italiana per raggiungere il porto di Brindisi, ormai in mano agli alleati.
Fuggito il monarca senza nulla aver disposto per l’impiego delle nostre truppe contro la prevedibile reazione tedesca, le truppe di Kesserling s’impadroniscono dell’Italia e giungono anche nella cittadina abruzzese che intendono utilizzare come caposaldo per fermare, o almeno rallentare, l’avanzata dei soldati anglo-americani.
Si combatterà in città e per questo squadre di genieri cominceranno a demolire con gli esplosivi sia il porto peschereccio che le case del corso centrale.
Inizia così la battaglia di Ortona, con gli abitanti che non sanno dove andare (molti raggiungeranno le colline adiacenti e non pochi resteranno nelle loro abitazioni, nascosti in cantina, con tutti i disagi e i pericoli di un combattimento in corso).
In questo contesto si inseriscono le storie di alcuni essere umani, fra i quali quelle del fanatico nazista Otmar e del più mite commilitone Waldo, quelle del tenero e giovanile amore fra Masetto e Laura, due ragazzi costretti dalle necessità a maturare anzitempo, delle loro famiglie, del parroco della Cattedrale e di due militi canadesi.
Per quanto in origine vicende autonome piano piano finiranno per convergere fino a incrociarsi, con esiti diversi. Ovunque impera l’orrore della guerra, sotto un cielo inclemente che rovescia acqua di continuo, fra gli scoppi degli esplosivi dei genieri tedeschi e quelli delle bombe degli alleati, sotto il crepitio dei mitragliatori di chi combatte fra le macerie.
Il romanzo inizia con un ritmo lento, più che altro necessario per caratterizzare i protagonisti, ma poi, mano a mano che si avvicinano i giorni degli scontri, c’è un’impennata, una corsa continua, un crescendo rossiniano che avvince, ma anche sconvolge il lettore, partecipe, suo malgrado, dell’orrore che scorre davanti ai suoi occhi, in una tensione esasperante.
Sembra di essere in mezzo alla battaglia, ora con i poveri ortonesi rinchiusi in cantina, ora con i paracadutisti tedeschi che lottano all’ultimo sangue, ora con le truppe canadesi che, giustamente timorose, avanzano con la massima prudenza.
E’ proprio in questo lungo squarcio di scontri, di avanzate e ritirate che è possibile notare l’ottimo stile dell’autore, più predisposto a narrare dei forti contrasti che degli aspetti intimi, pur tuttavia non tralasciati.
E nell’età dell’innocenza si sviluppa tenero e appassionato l’amore fra Masettoe Laura, di fatto i due principali protagonisti, in netto contrasto con l’odio mortale che serpeggia nella città.
Si arriva così all’epilogo, uno di quelli che il lettore non vorrebbe mai leggere, e qui è inevitabile un’ondata di commozione che stringe la gola. In quattro righeTenisci fa esplodere la tensione accumulata in lacrime amare, come a dirci che la guerra non ha né vinti, né vincitori, ma solo sconfitti.
Da ultimo mi preme evidenziare la riuscitissima copertina di Vincenzo Bosica, con quel soldato di spalle che avanza fra le macerie verso la cupola, sventrata e  a terra, della cattedrale, una meravigliosa sintesi del contenuto del libro.
Nuvole rosse sotto il mare è un ottimo romanzo e quindi la lettura è senz’altro raccomandata.

Renzo Montagnoli


martedì 8 maggio 2012

Presentazioni al Salone del Libro di Torino (11-13 Maggio 2012)

Venerdì 11 maggio 2012

ore 15:00 - 15:30
BRUCIA ANCHE ORA
di Sergio Ragnolini
Edizioni Solfanelli


Sabato 12 maggio 2012

ore 15:30 - 16:00
NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE
di Antonio Tenisci
Edizioni Solfanelli


Domenica 13 maggio 2012

ore 18:00 - 18:30
IL PELLEGRINO SPAGNOLO
di Fiorella Borin
Edizioni Solfanelli



Lingotto Fiere - Padiglione 3 -  Stand  R 38 – S 41  




lunedì 23 aprile 2012

Io e Mrs Pennington, Alberto Zella

Siamo a Londra. Davide Rossero si è trasferito di recente nella capitale inglese, in apparenza per ragioni di lavoro: il suo è un tentativo di lasciarsi alle spalle un’ombra che pare seguire ogni suo passo, arrivando a popolare persino i suoi incubi. Al suo arrivo, in prossimità della Royal Albert Hall, Davide si imbatte in un’anziana signora, Mrs. Agatha Pennington, donna d’altri tempi affabile e ospitale. La signora, dopo poche battute, offre al ragazzo ospitalità in South Kensington: lei vive in solitudine in una casa troppo grande e sta cercando un coinquilino al quale fittare il piano superiore dell’abitazione.
Comincia così un viaggio a metà fra realtà e sogno (una visione onirica del romanzo, quella di Alberto Zella) che ci porterà a seguire le vicissitudini del giovane David (ribattezzato così da Mrs. Pennington) e della vispa signora che scopriremo essere dotata di poteri non del tutto comuni, ma assolutamente benigni. Quella di Davide è in realtà una fase di transizione che lo condurrà alle soglie di una nuova consapevolezza; un ritorno al passato, in parte un superamento di antichi traumi.
Due gli incontri determinanti, archetipici: quello con Mrs. Pennington da un lato, che accompagnerà il giovane Davide nel difficile percorso, e quello con il misterioso Mr. Nazir Khan dall’altro, nemesi del giovane e al contempo antitesi dell’anziana e benevola signora, trasfigurazione (o incarnazione) del male e rappresentazione demoniaca.
Come detto, il romanzo di Alberto Zella si pone sulla linea di confine, lambisce il metafisico per ripiombare caparbiamente nella concretezza: e in questo la scelta di far ruotare la parte centrale della finzione romanzesca attorno a un luogo-simbolo qual è il palcoscenico di una rappresentazione teatrale “d’avanguardia” sublima le peculiarità della trama e della scrittura.
Il cielo divenne nero e poi rosso come il fuoco. La tremenda battaglia tra angeli leali e angeli ribelli era terminata, ma la voragine era aperta. Mi chiedevo perché creature perfette si ribellassero. Nemmeno i cieli erano immuni dal dolore e dall’infelicità? Scivolavo nella voragine che si restringeva; le sue pareti mi soffocavano, ma non rallentavano la mia caduta. Un fango melmoso e fetido mi aveva coperto dalla testa ai piedi. Precipitavo verso un fondo lontano e invisibile, attraversando tutti gli orrori dell’umanità. Vidi Caino uccidere Abele; volevo fermarlo ma ero impotente. Vidi la guerra, la fame e le malattie. Udii il pianto degli orfani e il lamento delle vedove, le urla dei torturati. Il loro dolore era il mio, ma non potevo alleviarlo.
A proposito della scrittura di quest’autore esordiente: il suo è uno stile raffinato, piano, al tempo stesso ricco di riferimenti ai classici e in un certo qual modo impreziosito da barocchismi (che solitamente, e non è questo il caso, non hanno alcuna funzione positiva nella stesura di un’opera contemporanea, se non quella d’appesantire lettura e comprensione).
Sin dalle prime pagine sono stato colpito dalla proprietà di linguaggio e dall’abilità di Alberto Zella nel gestire le fila di un’opera di certo non semplice. Zella si nutre di classici (principalmente anglosassoni) e la sua scrittura non può che risultarne impregnata: i ritmi sono lenti, a tratti, ma mai soporiferi, il risultato complessivo è piacevole oltre ogni aspettativa.
Ed è a questo proposito che mi chiedo: come può una nuova voce italiana con tutta evidenza degna delle attenzioni di editori (il suo non me ne voglia) ben più blasonati lavorare ancora sotto silenzio, dietro le quinte? Sì, perché questo romanzo, con un adeguato lavoro di editing, sarebbe non solo maggiormente riuscito, ma meritevole di ben altre fortune.

Roberto Giungato

http://www.libriconsigliati.it/io-e-mrs-pennington-alberto-zella/

sabato 10 marzo 2012

Anteprima: NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE di Antonio Tenisci

Masetto Tusco è l’unico testimone della lunga autocolonna che porta i reali d’Italia sulla banchina del porto di Ortona. Tutto è pronto per la fuga.
Il geniere tedesco Waldo Rich discute con il suo camerata e compagno Otmar Feld che è impaziente di dare battaglia, al contrario di lui che non ha mai voluto questa guerra, ma nell’aria c’è odore di polvere e morte.
I signori Cavani aiutano un disertore a fuggire e si preparano a lasciare la città davanti alla battaglia imminente. La loro figlia Laura non vuole partire, è innamorata di Masetto. Sa già che lui resterà, ma farà di tutto per salvare quell’amore.
Il caporale canadese Stuart Dely avanza con la sua squadra. Insieme al soldato David Morel è pronto a combattere a Ortona, sognando di raggiungere presto Roma.
Nuvole cariche di pioggia avanzano verso il mare, il sole rosso del mattino le illumina con il colore del sangue.
Tra amori, dolori, macerie, e rancori... è la storia che dovrà infine scrivere la sua verità!





Ortona, inverno 1943.
Sullo sfondo di una città martoriata che urla il suo dolore ogni giorno più forte, l’amore tra due giovani riesce a tenere in vita le rispettive famiglie, alimentando così una speranza di libertà che sembra a tutti irrealizzabile. Intanto il destino gioca con gli eventi crudi della guerra, davanti al coraggio di un caporale canadese che spinge i suoi uomini a combattere in prima linea e all’inquietudine di un soldato tedesco che si scontra con le illusioni di gloria dei suoi camerati, smaniosi di ricacciare indietro l’avanzata delle truppe alleate.
Tra battaglie e macerie, le loro sorti si tesseranno con la storia, l’unica e sola che potrà, inevitabilmente, scriverne l’epilogo.
Ma la ferita ha lasciato il suo segno e non accenna ancora a rimarginarsi, forse perché a molti sconosciuta o peggio, dimenticata.



Antonio Tenisci
NUVOLE ROSSE SOTTO IL MARE
Copertina di Vincenzo Bosica
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-761-1]
Pagg. 328 - € 22,00
http://www.edizionisolfanelli.it/nuvolerossesottoilmare.htm

giovedì 17 novembre 2011

Novità: OPERAZIONE BLUEPRINT di Antonio Di Carlo (Edizioni Solfanelli)

Un taccuino nero con codici criptati attraversa la Russia comunista sopravvivendo ai suoi presidenti e al disgelo.
Un uomo, depositario di infiniti segreti e mente di raccapriccianti stragi, continua imperterrito a seminare morte in nome di qualcosa che la Storia sta già disconoscendo.
Omega completa la sua serie di tragiche performance in uno scenario politico profondamente cambiato; non è cambiata, invece, la ruota che fa muovere il mondo e che non conosce confini, ideologie o colore della pelle.

In un romanzo che raccoglie quasi cinquant’anni di storia moderna, intrecci a prima vista paradossali acquisiscono lentamente un contorno nitido e, sebbene nulla possa suffragare l’ipotesi di partenza, non vi è nulla, in realtà, che la possa negare.


Antonio Di Carlo è nato a Parigi nel 1965. Cresciuto in giro per il mondo, risiede da anni in Nord Africa (Libya, Tunisia e Algeria) dove si occupa di infrastrutture nel settore petrolifero.
Grande viaggiatore (anche se odia gli aerei per inconfessabili motivi), scrive per gioco e per passione, adora gli sport meccanici, i Talking Heads, David Bowie e la buona tavola.
Lettore compulsivo, legge di tutto in quattro lingue.



Antonio Di Carlo
OPERAZIONE BLUEPRINT
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-740-6]
Pagg. 256 - € 17,00

http://www.edizionisolfanelli.it/operazioneblueprint.htm

lunedì 7 novembre 2011

Novità: BRUCIA ANCHE ORA di Sergio Ragnolini (Edizioni Solfanelli)

Cenere grigia e mozziconi d’alberi si perdono a vista d’occhio. Sono il risultato di cruenti incendi dolosi che hanno sfregiato la natura ricca e variegata delle montagne che torreggiano a corona sul vasto lago blu.
Turista per caso, Brenno Turre si improvvisa giornalista alla ricerca di dati su cui poggiare congetture e articoli. La sua indagine gli farà incontrare un gruppetto di persone unite da amicizia, amore, gelosia. E nemici potenti, ben annidati nel microcosmo di un paesino turistico, in grado di attaccarli con ogni mezzo, lecito e illecito.
Quel breve soggiorno in riva al lago porterà a Brenno molta più tensione e avventura che relax, ma gli permetterà di rivalutare le scelte che fin qui (non) ha saputo compiere.

Ambientato nello scenario di un futuro prossimo venturo, in cui la Forza Pubblica è affiancata da un più potente Corpo di Polizia privato, la Milizia Territoriale Turistica, Brucia anche ora è un romanzo a varie tinte, in cui le tracce investigative si mescolano alle storie di una piccola folla di personaggi, sullo sfondo di paesaggi suggestivi ma troppo spesso deturpati per soddisfare la logica arida del profitto.



Sergio Ragnolini, classe 1955, è insegnante in un istituto superiore di Riva del Garda.
Qualche anno fa, impegnato sul fronte ambientalista, ha fondato e diretto un periodico locale, che denunciava i danni all’ambiente e lo sviluppo turistico che non ne tutela l’integrità.
Scrive racconti e stralci di romanzi sul web, ma "Brucia anche ora" è il suo romanzo d'esordio.


Sergio Ragnolini
BRUCIA ANCHE ORA
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-735-2]
Pagg. 256 - € 17,00

http://www.edizionisolfanelli.it/bruciaancheora.htm

venerdì 1 luglio 2011

Novità: STORIE DI LETTERE di Sabatino Ciocca (Edizioni Solfanelli)

Nella pur lunga e travagliata storia delle relazioni umane e degli scambi di pensiero tra le persone, uno dei mezzi che ha contribuito ad accordare dignità al pettegolezzo, è senz'ombra di dubbio, la corrispondenza epistolare. Non c'è dato sapere quando, dove e da chi ha avuto origine tale forma di comunicazione, né mio intendimento è tracciarne una storia, anche se pur sommaria, ché il tempo mi sarebbe nemico.
E' fatto innegabile, tuttavia, che la fortuna della corrispondenza epistolare è sottoposta a variabili: il buon funzionamento dell'ordinamento postale, una grafia decifrabile, la tassa d’affrancatura. A tal proposito, vale la pena ricordare che Charles Robert Darwin, iscrittosi ad un corso di Scienze Naturali per corrispondenza, dovette rinunciarvi per l'improvviso rincaro dei francobolli. Un'ultima, ma non per questo meno trascurabile, variante nella fortuna della corrispondenza epistolare è costituita dall'improvviso decesso del destinatario o del mittente o, peggio ancora, di entrambi.
Considerata la mole della materia che mi accingo a trattare, mi limiterò a prendere in considerazione soltanto quei carteggi o quei documenti inediti, prescindendo dal loro pregio artistico, il cui rinvenimento riattizza inevitabilmente polemiche storiche e letterarie mai sopite tra gli studiosi del settore, consentendoci, nel contempo, di comprendere meglio le personalità di quegli uomini che di queste corrispondenze sono protagonisti.



Sabatino Ciocca, regista di prosa e operatore culturale, collabora con Enti e Istituzioni regionali e nazionali (ATAM, TSA, Istituto di Cultura Francese).
È socio fondatore della cooperativa teatrale Quarta Parete e della Residenza Teatrale Theatria; autore e programmista regista RAI con progetti e produzioni radiofoniche e televisive; regista di opere musicali per l’Ente Lirico d’Abruzzo; autore e coordinatore artistico di progetti sulla drammaturgia regionale o ad essa legata: D’Annunzio e l’Abruzzo, in collaborazione con la Fondazione Il Vittoriale; Confessione generale, sulla vita dello scrittore Giuseppe Mezzanotte; La Penna di Tartarin, sulla vita di Edoardo Scarfoglio, prodotte dalla Regione Abruzzo; La Voce dei Silenzi, orazione civile sulla morte del giornalista Antonio Russo ucciso in Cecenia, pièce commissionatagli dalla Fondazione Russo per il “Premio Giornalismo e Reportage di Guerra” a lui intestato.
Come Direttore della Scuola di Recitazione e della Compagnia di Prosa del Teatro Marrucino di Chieti allestisce pièce teatrali e organizza convegni legati alla drammaturgia contemporanea.


Sabatino Ciocca
STORIE DI LETTERE
Alla scoperta di carte e carteggi più o meno celebri

Prefazione di Ezio Sciarra
Presentazione di Franco Farias

Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-7497-734-5]
Pagg. 168 - € 12,00

http://www.edizionisolfanelli.it/storiedilettere.htm